Accordi di Parigi
L'Accordo di Parigi è un trattato internazionale raggiunto durante la 21ª Conferenza delle Parti (COP21) nel 2015, ed è considerato una delle COP più significative per gli ambiziosi obiettivi fissati per contrastare il riscaldamento globale. In particolare, nell'ambito di questa conferenza, 195 Paesi hanno firmato un accordo impegnandosi a mantenere l'aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, con l'obiettivo di limitarlo ulteriormente a 1,5°C.
Prima della firma dell'Accordo di Parigi, la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) aveva posto come obiettivo di limitare l'aumento della temperatura globale a meno di 2°C. Tuttavia, le ricerche scientifiche riportate nei rapporti dell'IPCC hanno evidenziato che un incremento di temperatura di 2°C comporterebbe rischi significativi per molte regioni del mondo, specialmente per i piccoli stati insulari e i paesi in via di sviluppo.
Per approfondire la comprensione degli impatti di un aumento di 1,5°C e delle strategie di mitigazione, l'UNFCCC chiese all'IPCC di preparare il Rapporto speciale del 2018 sul riscaldamento globale di 1,5°C. Questo rapporto ha fornito la prima valutazione completa dei percorsi di mitigazione e delle transizioni nel sistema energetico che sono compatibili con il limite di riscaldamento di 1,5°C stabilito dall'Accordo di Parigi.
L'articolo 4.1 dell'Accordo di Parigi impone un arresto delle emissioni globali e il conseguente inizio della riduzione verso emissioni nette zero. Questo processo di decarbonizzazione deve essere completato entro il 2050, al fine di limitare i danni ambientali e garantire un futuro sostenibile per l'umanità.
Per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, sono stati definiti gli NDC, noti come Contributi Nazionali Determinati, che rappresentano i piani d'azione degli Stati membri dell'UE. Questi delineano gli sforzi di ogni paese per ridurre le emissioni nazionali e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. L'Accordo impone a tutte le parti di comunicare le loro azioni climatiche a partire dal 2020, con una revisione prevista ogni cinque anni tramite il Bilancio Globale (Global Stocktake – GST).
Il primo ciclo del GST è stato avviato nel 2021 durante la COP26 a Glasgow e si è concluso nel giugno 2023, coincidendo con l'avvio del processo di valutazione tecnica durante i negoziati intermedi. Alla fine del 2023, durante la COP28 negli Emirati Arabi, sono stati pubblicati rapporti che riassumono l'analisi condotta su tutte le aree d'azione del GST (mitigazione, adattamento, finanza, perdite e danni). Questi rapporti forniranno raccomandazioni agli stati membri su quali azioni intraprendere nei prossimi anni.